Quale supporto alla crescita del Manager ?

di Fabiana Salviato, Consulente Senior Area Risorse Umane, MCS Consulting

Il tema del mentoring in azienda apre un panorama che in questi ultimi tempi sta diventando sempre più vasto nella definizione e proposizione di alcune professioni di “aiuto” quali il counselling, il mentoring, il tutoring e il coaching aziendale che si aggiungono alla consulenza e alla formazione d’aula.

Tutoring, consulenza e formazione richiedono al professionista la capacità di dare indicazioni, risposte e modelli teorico pratici di riferimento.

Le similitudini tra mentoring, counselling e coaching sono molteplici e queste attività condividono le competenze fondamentali pur con qualche distinzione.

coaching aziendale MCS Consulting

Mentoring

“Può essere definita come una relazione di coppia che assume la forma di colloqui periodici, in cui uno dei due soggetti mette a disposizione la propria esperienza e conoscenza al fine di guidare e sostenere l’altro in un percorso di apprendimento e crescita”.

Una qualità di primaria importanza per un mentoring efficace è essere per gli altri un buon esempio e un modello.

Un modello è una persona che rappresenta un riferimento esemplare per un determinato compito o per una serie di valori. Si tratta tipicamente di una persona di cui si “imita” o si “modella” il comportamento adottato nell’ambito di un determinato ruolo, allo scopo di produrre una performance simile o di realizzare dei risultati analoghi.

La relazione tra mentor e mentee presuppone la supremazia dell’uno (il mentore) verso l’altro (l’allievo) e secondo me in azienda lo si può configurare quasi esclusivamente nell’ambito della “formazione” agli junior. La formazione del mentore è data dai molti anni di esperienza “sul campo” e non c’è corso specifico che possa sostituire questa condizione imprescindibile.

Counselling

Il counselling è una forma di aiuto (da non confondere con la psicoterapia) che si discosta dal dare consigli o giudizi ma consiste in un incontro, un processo relazionale.

Il counsellor aiuta il cliente a riconoscere le emozioni che lo condizionano per esempio nel fare scelte di vita (sia privata che professionale) e si pone sul suo stesso piano, senza dare giudizi, non suggerisce soluzioni ma aiuta il cliente a trovarle da sé attraverso tecniche specifiche di colloquio.

Il focus nella maggior parte dei processi di counselling riguarda problematiche di relazione, di conflitti, stress situazionali, decisioni complesse e difficoltà ad affrontare eventi critici.

La relazione di counselling è paritaria e mira a rafforzare l’autostima delle persone e la convinzione della loro capacità di trovare la soluzione ai problemi.

La formazione del counsellor va dai 2 ai 3 anni ed è un percorso teorico esperienziale sviluppato dalla psicologia.

Coaching Aziendale

“Ciò che conta non è la volontà di vincere: quella ce l’hanno tutti. Ciò che conta è la volontà di prepararsi a vincere”.

Il “performance coaching” per l’azienda prende spunto da un modello di training nello sport e consiste nel tirar fuori e nel rinforzare le abilità delle persone attraverso un’accurata attività di osservazione e di feedback per agevolare il coordinamento tra gli individui e gli altri componenti della squadra. I coach che mirano ad una performance efficace osservano con attenzione i comportamenti dei propri clienti, li consigliano e li orientano sul modo in cui migliorare in contesti e situazioni specifiche.

Una delle abilità più importanti del coaching consiste nell’aiutare le persone a definire e consolidare i propri obiettivi. Le metodologie del coaching sono centrate sulla soluzione e orientate verso il risultato piuttosto che verso il problema. In virtù dell’importanza del loro compito, è necessario che i coach aiutino i loro clienti a stabilire degli obiettivi appropriati e significativi.

Per essere un buon coach aziendale non è sufficiente frequentare i corsi (purtroppo anche di poche settimane) che ormai si trovano ovunque, perché presupposto fondamentale è avere un consistente bagaglio di esperienza pregressa in azienda maturata in qualità di manager (per la conoscenza delle metodologie, dei processi aziendali e della “mentalità” dell’azienda) e in qualità di gestore di risorse per le capacità relazionali, al fine di poter essere credibile e parlare lo stesso linguaggio dei clienti.

All’interno dei nostri interventi di Lean Production, il coaching trova una buona collocazione in quanto è utile ad accompagnare i team di lavoro a perseguire gli obiettivi di efficienza ed efficacia che richiede nelle risorse interessate una predisposizione al cambiamento che non è quasi mai perseguita spontaneamente.

La skill fondamentale di base che accomuna queste tre figure professionali e che andrebbe sempre acquisita o approfondita da chi è chiamato ad esercitarle, è la capacità di “ascolto attivo” (ascoltare ad un livello più profondo del solo “udire”), dalla capacità di dare feedback positivi al cliente, ed infine dalle competenze relazionali tese a creare una relazione di fiducia con il cliente.

Counselling e coaching hanno in comune l’ “unconditional positive regard” (accettazione positiva incondizionata) dei vissuti del cliente sostenuta dalla convinzione che lo stesso abbia le potenzialità dentro di sé di migliorare e raggiungere gli obiettivi, opportunamente sostenuto e affiancato.

Gli obiettivi dell’azienda perseguibili utilizzando figure professionali interne o esterne (manager, coach, mentore o tutor) sono:

crescita delle risorse nell’ottica dell’aumento delle performance e dell’efficienza;

risultati tangibili in termini di preservazione e sviluppo dei talenti

sostegno e sviluppo del management

capacità di innovazione e pro attività delle risorse nel perseguire gli obiettivi di business dell’azienda

conseguente ritorno economico dell’investimento nell’attività di affiancamento del professionista

L’affiancamento

I rapporti con le imprese, in questi 12 anni di esperienza sul campo come consulenti di direzione, mi hanno portato ad una definizione che ritengo più adeguata e comprensibile anche agli imprenditori che sono poco sensibili al tema dello sviluppo delle risorse e che racchiude le caratteristiche salienti delle professioni sopra indicate, ovvero l’affiancamento.

Si può affiancare l’imprenditore, in un percorso di definizione delle strategie di business e nello sviluppo o strutturazione delle sue capacità di gestione;

 

Si possono affiancare i manager per aiutarli a sviluppare competenze di gestione dei team, di gestione del tempo, nella selezione delle priorità e nel raggiungimento degli obiettivi oppure nel passaggio da un ruolo ad un altro più importante.

Questo tipo di affiancamento essendo rivolto a persone adulte, con un loro bagaglio di esperienze, presuppone necessariamente un rapporto alla pari dove colui che affianca si limita ad aiutarli a trovare da soli le soluzioni fornendo contributi di pensiero, di metodo, di ascolto e di incoraggiamento.

L’affiancamento rivolto ai giovani, per esempio i successori dell’azienda, può (laddove i giovani non abbiano esperienza alcuna) rispecchiare maggiormente le caratteristiche del mentoring, del tutoring e anche del counselling (quest’ultimo quando, per esempio, non sono ancora sicuri se accettare l’eredità dell’azienda sia la scelta professionale giusta per loro).