Linkedin - La maledizione del Capannone

di Giuseppe Giambusso consulente Partner Finanza e Controllo del Business di MCS Consulting.

Nel mese di giugno questa provocazione ha appassionato i frequentatori del social network LinkedIN.
Luciano Martinoli, consulente Partner di CSE-Crescendo, ha aperto la discussione su LinkedIN prendendo spunto del “micro elzeviro” di Francesco Zanotti dal Blog “Imprenditorialità aumentata”. (http://imprenditorialitaumentata.blogspot.it/2014/06/la-maledizione-del-capannone.html) dove si discutono i temi attuali su “L’impresa come Opera d’Arte”.
Il tema è noto e “doloroso” per le nostre PMI che negli anni “buoni”, sia per l’andamento del fatturato che dell’accesso al credito, si sono fatti ingolosire dall’acquisto troppo spesso ridondante di immobilizzazioni, approfittando di incentivi fiscali e finanziari.
L’articolo inizia dicendo che “Non si contano le imprese che sono fallite o sono in profonda crisi a causa di capannoni che hanno costruito e che non hanno saputo o non sanno pagare. Colpa della crisi? No: causa della crisi. Troppi capannoni sono stati costruiti senza alcuna progettazione strategica. Cioè senza rispondere alla domanda: il mio posizionamento strategico mi permette, mi richiede un nuovo capannone? …”

Il post avvia la discussione tra gli aderenti al Comitato ANDAF Pianificazione e Controllo, un gruppo professionale di “addetti ai lavori” che conta più di 3.400 membri.

Roberto Giordani, consulente aziendale e temporary manager, rincara la dose ai molti imprenditori che hanno voluto soddisfare i loro “desideri di grandezza” per cui “il capannone ha rappresentato molto frequentemente il momento autocelebrativo …”.
Prima di scomodare la strategia aziendale o l’ambizione personale, condivido il commento di Aldo Antoni Ludovico Gelli, dirigente in pensione, per il quale è la mancanza di “cultura economico-finanziaria” che ha indotto molti imprenditori ad utilizzare “leggi fiscali incentivanti”.
Quanti guai ha fatto la “Tremonti” quando è andata nelle mani di professionisti e imprenditori poco avveduti !
Qui si tratta di miopia gestionale: guardare solo al ROS e non al ROI; gestire solo il conto economico e non lo stato patrimoniale.
Per risparmiare le imposte, hanno gonfiato capitale investito e debito, spesso ricorrendo a leasing finanziari che, grazie al nostro antiquato sistema contabile, in bilancio fanno “scomparire” tanto il debito quanto il valore dell’immobile. Magari per comprare uffici !
Massimiliano Bruno, Planning and Controller Manager di Sibeg, sottolinea la mancata prassi di “fare una corretta analisi economica finanziaria del ritorno economico degli investimenti …”.
Non costretto dalla brevità della chat, sono certo che Massimiliano avrebbe aggiunto che un buon ritorno economico dell’investimento marginale non è sufficiente ma occorre sempre un controllo dell’impatto sul debito complessivo, che deve essere sostenibile, e sul capitale investito totale, che deve comunque consentire un ROI adeguato.
Francesco Zanotti conclude scrivendo che “Il problema non è di cercare miglioramenti marginali o ipotetici nuovi mercati ai prodotti attuali. La crisi la si supera immaginando nuovi mondi. E la misura se stiamo immaginando nuovi mondi è data dal proprio posizionamento strategico” e, precisiamo noi, un posizionamento strategico non solo nei confronti del mercato ma anche dell’equilibrio economico e finanziario della propria azienda.
È stato un problema di cultura imprenditoriale e professionale.

Adesso però è stato capito e pagato a duro prezzo !