di Guido Semenzato, Consulente Partner Mercati e Internazionalizzazione delle imprese, MCSConsulting 

mercati esteri

Questo passa attraverso una nuova fase di “fare azienda” con approccio diverso al prodotto e ai mercati e implica a monte un cambiamento di mentalità .

Non bisogna spezzare la catena temporale dicendo no al passato e no al futuro, chi lo fa sbaglia.

Bisogna pertanto vedere “aziende nuove” con “nuovi occhi”, dove le aziende sono le stesse di prima, ma cambia l’approccio della visione.

L’azione di internazionalizzazione deve essere inquadrata in un piano strategico, organico e di lungo periodo e questo costringe a rimodulare continuamente le strategie di penetrazione dei mercati, rispondendo alla fortissima domanda potenziale di “made in Italy” nelle classi medie dei paesi emergenti e di tecnologia-qualità-affidabilità italiana dei macchinari e componenti di cui sono affamati gli stessi Paesi.

Il processo di espansione all’estero deve andare oltre il solo export, per concentrarsi sull’insediamento nei mercati esteri attraverso una presenza “leggera” (negozi, filiali, centri distributivi) o “pesante” (centri di assistenza post-vendita e stabilimenti produttivi).

Solo presidiando il mercato giornalmente con una organizzazione dedicata e coerente con la mission aziendale è possibile ottenere successi duraturi nel tempo.

Essere competitivi vuol dire anche essere capaci di togliersi dalla palude del prezzo, proporre nuove idee, nuovi prodotti in una parola Innovazione.

Non solo puramente tecnologica (prodotto) o di design, ma anche dei processi organizzativi (produzione e vendita) entro cui si costituiscono e si compongono le “catene globali del valore”.

Innovazione anche dal punto di vista culturale personale.

Ma le imprese devono puntare anche sul lavoro di squadra, sia nel mercato locale sia in quelli più lontani, perché unirsi e rafforzarsi è indispensabile per avere successo.

Le reti d’impresa possono diventare un potente meccanismo di internazionalizzazione.

Vogliamo aiutare le PMI del nostro territorio a diventare da esportatrici saltuarie a stabili e a rafforzare e valorizzando quella forza della competenza, quella forza della cultura che fa crescere l’eccellente artigiano in buon imprenditore.

Bisogna essere competitivi per crescere, ma anche crescere per essere competitivi.